arti scultoree e pittoriche del Cilento

arti scultoree e pittoriche del Cilento

culture che hanno fortemente caratterizzato questi luoghi

C'è nell'animus di ogni popolazione una sorta di "passione artistica" che si esterna in certe contingenze connesse alle scadenze rituali o finalizzate ad ornare i luoghi di frequentazione collettiva. La fabbricazione delle maschere rituali presso i popoli primitivi o la decorazione di un luogo di culto, sono elementi che manifestano anche un tentativo di mantenere il legame col soprannaturale tramite l'espressione di quanto di meglio il "genio" popolare può produrre.

La civiltà del consumismo, lì dove ha steso i suoi tentacoli, ha cancellato la funzione sociale e religiosa dell'artista del popolo che ogni piccola comunità ha sempre prodotto e tenuto in grande considerazione, ammirandone l'abilità nel cavare da un pezzo di legno o di pietra delle figure, nelle quali riconosceva i propri sentimenti; o lasciandosi affascinare dalla magìa dei suoi colori, il cui impasto veniva gelosamente custodito.

Il pittore o lo scultore ha così sempre goduto, anche qui nel Cilento, di una sorta di rispetto; ma ha condotto un'esistenza isolata, da solo con la sua arte, considerato un tempo come una specie di stregone ed oggi come un "tipo strano"; di solito non è tenuto troppo in considerazione perché i suoi modelli di vita si scostano notevolmente da quelli comuni.

Oggi che l'arte popolare si va riscoprendo, si è riusciti a valorizzare la produzione di questi artisti, non in riferimento ai canoni ufficiali che nella provincia raramente trovano il modo di esprimersi, quanto piuttosto in riferimento al fatto che essa rappresenta l'unica testimonianza della spiritualità e della cultura del popolo, basata su valori diversi, ma non per questo meno validi. Il mondo dei "senza-storia" che non trova altra collocazione nella società se non nella fatica quotidiana, senza possibilità di riscatto, ha sempre trovato nell'espressività dell'immagine, nella profusione di motivi ornamentali e di colori vivaci, la possibilità di elevarsi ad una dignità spirituale, esternando i propri sentimenti nel raffigurare con tematiche per lo più religiose il desiderio di rifugiarsi in un mondo luminoso, dove il dolore fosse più sopportabile.

Il valore di queste "espressioni" che non si possono definire artistiche nell'accezione comune del termine, vanno dunque valutate con un animo diverso perché basate su valori diversi. Esse possono considerarsi, fra l'altro, un modo di celebrare il trascendente, di esprimere la bellezza della natura e del soprannaturale, ma con un'espressività raffigurativa sempre legata alla realtà contingente: i colori, le decorazioni sono piene di fantasia, a volte di brio; ma i visi delle figure restano rudi, marcati, a volte distorti, come quelli dei contadini.

 a cura di Amedeo La Greca

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