Il Carnevale di Ivrea

Il Carnevale di Ivrea

un’occasione per conoscere a fondo le tradizioni della città

Un’occasione per conoscere ancora più a fondo le tradizioni della città di Ivrea, è sicuramente il Carnevale, una complessa rappresentazione storica che coinvolge emotivamente l’intera città e che si ripete ogni anno con piccole variazioni da quasi due secoli. Originale anche per la sua durata, si apre infatti con l’Epifania per chiudersi solo con il mercoledì delle ceneri, l’evento raccoglie attorno ai personaggi principali della “Mugnaia” e del “Generale” una corte di comprimari e figuranti oltre quasi tutti i cittadini eporediesi che durante questi giorni di festa diventano protagonisti. Il cerimoniale inizia la mattina dell’Epifania, quando pifferai e tamburini annunciano per le vie della città l’inizio del Carnevale chiamando a raccolta in piazza i cittadini per la presentazione ufficiale del nuovo generale. Nelle due domeniche che precedono il giovedì grasso si svolge l’alzata degli Abbà, i piccoli priori dei rioni cittadini vengono presentati alla popolazione dai balconi nei rispettivi quartieri. Al mattino in Piazza del Municipio si svolge la cerimonia di sapore militare della “Prise du drapeau” e la parata dello stato maggiore. Nella seconda domenica si celebra la festa della Croazia che rievoca la riappacificazione tra i rioni di Borghetto e di S. Maurizio. Il giovedì Grasso nel salone d’onore del Palazzo Civico, il sindaco consegna la simbolica fascia tricolore al generale, concedendogli pieni poteri; segue la lettura del Proclama al balcone e quindi lo scatenarsi della festa. Si forma così il Corteo, con gli Alfieri con i gonfaloni delle Parrocchie, la banda dei Pifferai e Tamburini, il Generale, lo Stato Maggiore e le Viavandiere con gli Abbà che si recano a porgere omaggio al Vescovo. La giornata si chiude con uno spettacolo teatrale e con la festa mascherata in Piazza Ottinetti. Il sabato Grasso, alle ore ventuno la folla accoglie l’eroina della Mugnaia presentata dal Sostituto Cancelliere al balcone del Palazzo Civico, e con questo si entra nel vivo del Carnevale con lo schieramento di tutti i personaggi. Il corteo apre le feste dei vari rioni della città per giungere al Teatro Civico per il tradizionale veglione. La domenica avviene la distribuzione e la degustazione dei fagioli grassi della fagiolata benefica del Castellazzo, e subito dopo si svolge la storica cerimonia della “Preda in Dora”. gruppi folcloristici, maschere e bande seguono il corteo storico; chiudono la sfilata gli aranceri sui carri che si affrontano nella vivace battaglia delle arance in varie piazze della città. Il lunedì, le ultime spose dei rioni piantano “I pic a l’uso antich”, con piccone e badile si da inizio allo scavo simbolico in cui vengono infissi gli “scarli”, lunghi pali ricoperti di erica destinati ad essere bruciati la sera della chiusura della festa. Il martedì pomeriggio vi è la nuova sfilata e la ultima grande battaglia delle arance. A seguire la premiazione delle squadre e alla sera ci si raccoglie attorno agli Abbà che portano le lanterne e le fiaccole per bruciare gli scarli: spettacolo che predispone all’ultimo atto del carnevale, la sua marcia funebre. Il Generale e lo Stato Maggiore seguono il procedere della marcia fino all’imbocco di Piazza Ottinetti, dove dopo un’ultima sonata ci si saluta e si ritorna al Palazzo Civico. Con questo il Carnevale termina ufficialmente con una cena a tarda notte. La mattina del mercoledì, nel rione di Borghetto avviene la distribuzione di polenta e merluzzo prima di iniziare l’austerità della Quaresima e dandosi l’appuntamento all’anno successivo.

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