Fontanellato e il santuario della Beata Vergine del Santo Rosario

Fontanellato e il santuario della Beata Vergine del Santo Rosario

il 12 maggio Magnanotte

Secondo appuntamento a Fontanellato, in provincia di Parma, con un appuntamento da non perdere il 12 maggio: il “MagnaNotte” (vedi box). Mentre il 20 di maggio, come ogni terza domenica di ogni mese, ha luogo il classico mercatino dell’antiquariato, durante il quale l’affascinante borgo della rocca con fossato diventa teatro di un evento che presenta oltre trecento espositori di oggetti antichi di ogni tipo.
Mobili, ceramiche, orologi, dispositivi ottici, cornici, dipinti, strumenti musicali, strumenti di lavoro talmente antichi da diventare pezzi d’arte, suppellettili di ogni genere, lampadari, giornali, libri, fumetti, gioielli e abiti di una volta. Questo è solo un piccolo elenco di tutti gli oggetti antichi che si possono trovare sulle bancarelle che circondano il fossato e si infilano tra i piccoli portici.
Il famoso mercatino, patrocinato dall’Assessorato al Commercio, nacque alla fine degli anni Ottanta ed era in origine meta di antiquari e mercanti d’arte; con il tempo si è gradualmente trasformato in un incontro per una cerchia più vasta di pubblico e di espositori, che provengono dal nord e dal centro Italia.
Filari di colori e oggetti strani riportano il borgo indietro nel tempo, facendo uscire per le strade quella storia di cui sono custodi solo la rocca e il suo fossato.
Non solo a questo evento e alla sua rocca, però, Fontanellato deve la sua fama. Oggi, infatti, raccontiamo di un importante edificio religioso, edificato poco lontano dal castello dei Sanvitale e facilmente raggiungibile anche a piedi; per accedervi si deve percorrere un viale costeggiato da un filare di alberi e da un porticato costruito in anni recenti.
Avvicinandosi, diventa più nitida la facciata del monumento, preceduta dalla statua bronzea del cardinal Ferrari in atto di preghiera, rivolta verso l’entrata della chiesa, che volge le spalle a coloro che arrivano dal viale. Ai suoi fianchi altri due monumenti dedicati a padre Giocondo Pio Lorgna e beato Guido Maria Conforti: siamo al Santuario Basilica della Beata Vergine del Santo Rosario.
La costruzione della chiesa parla di tempi relativamente recenti: ebbe inizio nel 1641 e terminò circa vent’anni dopo, ma rappresenta la tappa ultima di una storia cominciata più di un secolo prima.
Il 1512 sarebbe la data da cui tutto ha avuto inizio, anno in cui la contessa Veronica da Correggio, rimasta vedova di Giacomo Antonio Sanvitale, offrì ospitalità a Fontanellato ai frati appartenenti all’antichissimo ordine dei domenicani, i quali si insediarono con il proposito di portare la “salute delle anime” celebrando le messe, pregando, evangelizzando e assistendo gli ammalati. Alla loro venuta, i frati ebbero in dono un piccolo oratorio poco distante dalle mura del castello e, subito dopo, il terreno su cui venne costruito il loro primo convento, allora attribuito a San Giuseppe. Già nel 1514 si legge che la comunità dei domenicani era insediata stabilmente a Fontanellato, ma questo periodo di tranquillità ebbe breve durata, perché presto venne la guerra portatrice di rovina. Siamo appena nel 1521 quando l’intero ducato di Parma fu occupato dalle truppe francesi e la devastazione svolse ovunque le sue spire, con i frati costretti a rifugiarsi nella fortezza dei Sanvitale.
Ricostruirono la loro chiesa dalle macerie solo un decennio più tardi, ma tutti gli anni a venire della seconda metà del sedicesimo secolo furono altalene di rovinose guerre e altrettante ricostruzioni. Nel frattempo, il notevole afflusso di fedeli rese doverosa la costruzione di un nuovo edificio più grande, idoneo ad accogliere i pellegrini, ma un’ennesima guerra unita all’epidemia di peste, nella metà del Seicento, bloccarono ogni lavoro. Solo al ristabilirsi di una situazione di relativa stabilità poterono avere inizio i lavori del monumento che oggi vediamo, ripresi nel 1641.
Ma la storia di questo monumento nei secoli seguenti è la storia delle vicissitudini di un’Italia perenne teatro di conflitti ideologici, economici e politici: così, nel marzo del 1769, i domenicani vengono allontanati dal convento ad opera di un giovanissimo Ferdinando I di Borbone, l’allora duca di Parma e, nel 1805, le laiche leggi napoleoniche ordinano la soppressione di tutti gli ordini religiosi, disperdendo i frati lontano dalla loro chiesa. Le mura del convento vennero allora convertite, su richiesta del conte Stefano Sanvitale, in aule didattiche per l’educazione al lavoro di giovani ragazzi e ragazze. Nel 1822 il convento torna ai frati, che avviano una grande opera di restauro delle strutture, terminata intorno al 1860. Ma un’altro evento si prepara a dettare le sorti del santuario. E’ il 1866, e le leggi di soppressione degli istituti religiosi tornano in vigore; comune e pubblico demanio posano la loro giurisdizione sulle mura del convento, finché, ultima tappa, i domenicani pagano il corrispettivo al comune di Fontanellato, ripristinando la proprietà dell’edificio.
Secoli di repentini cambiamenti, abbandono e degrado materiale, non hanno certamente contribuito a salvaguardare l’integrità antica di questo monumento, in cui si possono infatti notare alcune aggiunte postume: la facciata, per esempio, non risale alla fondazione ma è del secolo scorso.
Segnata da tre ampie arcate, il suo colore bianco risalta ancora di più rispetto all’edificio a mattoni rossi appoggiato alla sua sinistra e dona visibilità alle colonne rosate che la percorrono per tutta la sua altezza.
Sopra alle arcate, una lunga balconata decorata da statue e tre grandi nicchie contenenti anch’esse statue sacre: quella centrale protegge la rappresentazione in pietra della statua, la cui originale si trova all’interno, raffigurante la Madonna con il rosario.
Nella parte più alta, le rappresentazioni delle tre virtù teologali: speranza, fede e carità delimitano la sagoma della facciata del santuario.
Entrando, si nota un’unica grande navata centrale con quattro ampie cappelle per ogni lato, ognuna delle quali arricchita con enormi quadri decorati da cornici dorate. Interessante il soffitto, diviso in quattro campate con affreschi di Pietro Rubini raffiguranti i miracoli della Madonna di Fontanellato, incastonati in uno sfondo rosa pallido. Appena prima della zona absidale, due colonne decorate da tondi precedono l’altare, sovrastato dalla cupola e, dietro ad esso, la statua che è il fulcro di tutto questo monumento: la Madonna lignea con il bambino e il rosario, di cui si narra il potere di aver compiuto miracoli, opera di un ignoto artigiano, risalente al 1615. Tutto l’interno rende un’impressione complessivamente barocca, lo sguardo si perde nella decifrazione di ogni elemento decorativo, fino all’organo sovrastante l’entrata, datato 1699, che osserva il visitatore alle spalle, incastonato in una spettacolare struttura dorata con al centro un aquila, a fornire un ultimo colpo d’occhio sulle ricche decorazioni dell’interno.
Adiacente al santuario, sorge oggi anche il nuovo convento dei frati domenicani, intitolato a S. Giuseppe, grande edificio in mattoni custode di un giardino interno e accanto, poco distante, l’attuale “Casa del pellegrino”, ampia costruzione di mattoni a vista, ex orfanotrofio di Fontanellato. Costruito all’inizio del secolo scorso per ospitare gli orfani, fu successivamente sottoposto a repentini cambiamenti di destinazione, testimonianti le vicissitudini della storia: allo scoppio della Seconda Guerra, fu prima requisito dal governo per adibirlo a prigione di guerra per gli ufficiali, poi trasformato in scuola per allievi ufficiali durante la breve parabola della Repubblica di Salò e, infine, anche soggetto ai bombardamenti da parte delle forze alleate.
Fontanellato è dunque custode di importanti testimonianze. Mentre la Rocca dei Sanvitale riporta al presente uno splendore che ha sapore Medioevale, il Santuario e gli edifici ad esso connessi ribollono ancora di una storia più recente, nelle cui architetture si possono ancora leggere tanti risvolti di una ricca storia locale.

Dove mangiare
Proprio di fronte alla Rocca si trova la Locanda Nazionale, locale rustico che propone una cucina tipica parmense. In pieno centro storico la Trattoria Teatro. Nei pressi del Santuario il Ristorante Verdi, situato proprio in via IV novembre. Numerosi altri locali e botteghe propongono la gustosa cucina parmense e la vendita di prodotti tipici della zona, situati non solo in paese, ma anche nelle vicine frazioni.

Dove pernottare
Vicino al Santuario si trova l’ Albergo Verdi mentre nei dintorni è possibile dormire all’ Hotel Tre Pozzi in loc. Sanguinaro, all’ Hotel Sancitale in loc. Paroletta, entrambi distanti pochi chilometri da Fontanellato.
Infine, nelle località di Casalbarbato e Cannetolo si possono trovare sistemazioni in agriturismo.

Curiosità
Per gli amanti delle cucine tipiche, da non perdere l’appuntamento del 12 maggio “MagnaNotte. “Una notte da mangiare” proprio nelle vie di Fontanellato debutta la prima edizione della rassegna enogastronomica in notturna. Dalle 21 alla mezzanotte, coloro che aderiranno all’iniziativa potranno passeggiare per le strade illuminate a fiaccole, degustando cibi tipici di otto città “slow” dell’Emilia Romagna.
Per assaporare questo momento di lento vivere e buona tavola, è possibile prenotarsi presso l’ufficio turistico del Comune di Fontanellato (tel. 0521-823220) oppure recarsi direttamente allo sportello “MagnaNotte”, davanti alla Rocca, il 12 maggio stesso, dalle 19 alle 21.

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Comune di Fontanellato
visita al santuario di Fontanellato
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Fontanellato: interno del santuario
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Fontanellato: organo nel santuario
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facciata del santuario di Fontanellato
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