Ceresole Reale nel Parco del Gran Paradiso

Ceresole Reale nel Parco del Gran Paradiso

piacevole località di villeggiatura

Nelle antiche carte geografiche e nei trattati Ceresole viene indicato come Jeresoly, Grysole, Grisole e Ceresole nomi che possono indicare l’abbondanza delle acque o di ciliegi selvatici. É più attendibile la prima ipotesi data la scarsità di ogni tipo di albero da frutta in tutta la valle: il nome potrebbe essere di origine celtica e significare “acque sonanti” in riferimento alle numerose cascate della zona. Pare infatti che i Celti siano stati i primi abitanti della valle, tenuto conto proprio di alcune tracce nella nomenclatura territoriale. Si sa che i Garoceli occuparono le vallate di Viù e di Lanzo passando poi a quella di Ceresole. Della dominazione romana si possono rinvenire segni più certi: lapidi, corridoi sotterranei nelle miniere di Cuccagna e di Bellogarda, nelle quali dovevano scontare le loro pene i cristiani condannati per la loro fede sotto l’impero romano. Presso le cave dell’Uja Bellogarda si trovarono non pochi frammenti di iscrizioni romane scolpite. Il territorio posto all’estremo confine occidentale del Canavese, comprende larga parte dell’alta Valle Orco. Oltre che con Noasca, confina ad Ovest con la Francia e la Valle d’Aosta e a sud con la Val Grande di Lanzo. Buona parte del territorio è inclusa nel Parco Nazionale del Gran Paradiso ed offre ampie possibilità di intraprendere escursioni ed ascensioni, ma anche di praticare lo sci di fondo, lo sci alpinismo e il wind surf sulle acque del grande lago artificiale. Di imponente bellezza offre anche la possibilità di praticare anche pesca e prendere il sole sulle spiagge, godendosi nel contempo una fresca brezza e lo straordinario spettacolo delle svettanti montagne, fra le quali spicca il profilo delle Tre Levanne. Le grandi dighe che forniscono la forza alle città lontane fanno parte del paesaggio e i laghi artificiali da esse formate sono una riposante attrattiva. La strada che si inerpica sino ai tremila metri del Nivolet lascia alle spalle i grandi boschi di conifere in cui ancora si notano le antiche piazzuole dei carbonai, supera i pascoli infiorati di alpeggi in cui si producono formaggi prelibati e giunge vicino ai greggi di pecore e mandrie di bovini che vivono a contatto con simpatiche marmotte, camosci, stambecchi, ermellini, mentre sui fiori preziosi e profumati vola la più bella farfalla delle vette alpine: la Parnassius Apollo. Noto è il maestoso Grand Hotel, che riporta alla mente il periodo d’oro di Ceresole, quando il paese era frequentato dal re e dal suo nutrito seguito. Per ospitare degnamente la nobiltà torinese si edificò l’elegante edificio, in grado di ospitare duecento persone che fu inaugurato nel 1894. Il più antico Hotel Levanna, che sorge poco distante, fu invece adibito ad alloggio per la schiavitù.

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