Visita al Museo Civico Archeologico Ubaldo Formentini

Visita al Museo Civico Archeologico Ubaldo Formentini

si sviluppa su otto sale

Il percorso si svolge in senso cronologico per favorire la comprensione dell’evolversi della storia del territorio.
I visitatori possono anche avere informazioni sulla costruzione e le successive modifiche della fortezza di San Giorgio grazie a pannelli esplicativi.
Al piano terra sono sistemati resti preistorici e protostorici che documentano gli insediamenti dell’area del Golfo e della Lunigiana storica, con particolare riferimento alle Statue Stele dell’Età del Rame e a quelle dell’Età del Ferro.
Al piano superiore sono collocati i pezzi della Collezione Fabbricotti, relativi alla vita pubblica e privata dell’antica colonia romana di Luni, presentati per insiemi tipologici e funzionali, dal momento che essi non provengono da una ricerca sistematica sul terreno, ma da sterri ottocenteschi.
Dalle terrazze copertura, spaziose e suggestive, è possibile avere una visione a tutto campo del Golfo.


Piano terra
La collezione archeologica extra-territoriale acquisita dal Museo Civico, raccolta dal geologo spezzino Giovanni Capellini, comprende reperti di produzione egiziana, greca, greca-orientale, dell'Italia meridionale, villanoviana ed etrusca.
La sala IA ospita reperti di differente provenienza e periodo storico della collezione Capellini.
I reperti di provenienza egiziana della collezione Capellini sono in tutto cinquantasette e appartengono ad un arco cronologico che spazia dal Paleolitico Superiore alla più tarda età egiziana.

La sala II, dove inizia la sezione del Museo dedicata al territorio della Lunigiana, offre in visione anche reperti di Età Neolitica come le accette in pietra levigata di San Bernardino, Palmaria e Capo Corvo (SP). Nella sala sono esposti anche reperti eneolitici (Eneolitico o Età del Rame: 3400-2000 circa a.C.) provenienti dalla Grotta dei Colombi dell’Isola Palmaria, scavati negli anni 1869-70, e dalla Tana della Volpe di Equi Terme (Massa).
L’elemento di maggior importanza nella sala è la raccolta di statue stele della Lunigiana collocate nelle due pedane perimetrali, in parte originali, in parte calchi.

La sala III ospita materiali di uso comune (olle, ciotole, fuseruole, bollitoi da latte, pentole ecc.) provenienti dai castellari di Pignone, Pieve di San Lorenzo e Castelfermo. I castellari sono abitati dell'Età del Bronzo, costituiti da terrazzamenti e muretti a secco, concentrici, costruiti sulla cima di alcune colline.
La parte centrale della sala ospita numerose testimonianze di tombe ad incinerazione a cassetta litica e fittile, provenienti dal territorio della Spezia (Pegazzano, Ameglia, Valdonica, Limone Melara) databili alla tarda Età del Ferro e all'inizio dell'Età romana e da quello di Massa (Genicciola, Resceto e Ponzolo).

Con la sala IB si chiude la visita al piano inferiore del Museo.
Nella sezione paleontologica, che rappresenta parte del nucleo originale del Museo spezzino nato nel 1873 per conservare le testimonianze naturalistiche ed archeologiche del territorio,si individuano resti di vertebrati fossili attribuibili al Pleistocene, ritrovati nei depositi che circondano il Golfo. La sezione relativa al processo di romanizzazione dell’area orientale della Liguria offre materiali provenienti dalle ville e dagli scali di Bocca di Magra e San Vito di Marola (SP).

piano superiore
La sala V espone elementi architettonici di età repubblicana e imperiale provenienti da Luni, l'antica Luna, colonia fondata dai Romani nel 177 a.C. durante una fase avanzata delle guerre romano-liguri.
I materiali lunensi esposti provengono dalla collezione privata di Carlo Fabbricotti , industriale del marmo, che tra il 1879 e il 1889, indisse campagne di scavo nelle aree dell'anfiteatro, delle presunte terme e del teatro.
La sala VI è dedicata ai culti e al rituale funerario. Per la sezione riguardante il culto, sono esposti are, statue ed ex voto dedicati a divinità autoctone, romane ed orientali; in particolare si segnalano Luna, Silvano, Ercole, Venere ed Iside. Secondo la consuetudine romana, a Luni le necropoli erano situate esternamente al circuito murario in prossimità dell'asse viario di comunicazione (via Aurelia/Aemilia Scauri); in particolare quel tratto ad ovest della città venne in seguito ricordato con il nome di "via delle tombe".

Nella sala VII vengono esposti oggetti che rimandano agli ambienti delle terme, del teatro, del tempio o comunque a luoghi di aggregazione per feste e rappresentazioni. Nella società romana infatti fu sempre riservato grande spazio agli spettacoli e a particolari luoghi pubblici : il foro dove ci si incontrava e dove s’intrecciavano affari pubblici e privati; le terme dove si facevano bagni caldi e freddi e si tessevano relazioni sociali e scambi culturali; gli anfiteatri dove si svolgevano i giochi e i templi dove si celebravano le cerimonie di culto.

La sala VIII è caratterizzata dalla presenza di statue, ritratti e sculture che esprimono la particolare immagine che la società romana voleva dare di sè, esprimendo i valori della forza, dell’equilibrio, della nobiltà, uniti ad un sobrio gusto per il lusso.
Nella sala si trovano statue di personaggi togati, nell’atteggiamento tipico dei magistrati; un esemplare, particolarmente ben conservato, proviene dal teatro e raffigura il togato con in mano il volumen (rotolo di un manoscritto) e lo scrinium posto accanto ai piedi calzati con calcei (calzari) patricii.

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