Il battistero di S. Giovanni in Fonte

Il battistero di S. Giovanni in Fonte

la parte più antica è datata IV sec. d.C.

Intorno al VI sec. nel suburbio a nord dell’antica Consilinum, a poca distanza dall’odierna Padula, sorgeva un complesso di fabbriche religiose comprendenti un battistero e l’annessa sede vescovile.
In questo luogo, punto di convergenza tra le vie che venivano dalla Calabria, dalla Lucania, dal Bruzio e dell’antica strada romana Annia Popilia, si svolgeva ogni anno il 16 settembre la fiera dedicata a S. Cipriano, descritta da Cassiodoro e che rappresentava un momento di incontro tra etnie diverse.
Il battistero è citato nelle fonti col toponimo di San Giovanni in Fonte di Marcellianum e se ne può verosimilmente attribuire la fondazione a Papa Marcello Primo che “occupò la Cattedra di Pietro” intorno al 307.
Sin dalla sua costruzione nel battistero si praticava il battesimo secondo il rito orientale, cioè nella notte dell’Epifania.
L’edificio battesimale fu costruito su di una sorgente le cui acque vennero utilizzate dai cristiani ed incanalate per la funzione del battesimo.
L’ambiente più antico, databile all’inizio del IV sec., è costituito da una sola aula absidata che contiene il fonte battesimale coperto da un tamburo a ottagono che sostiene una cupola.
I pennacchi che sorreggono tale tamburo sono ornati da affreschi raffiguranti le teste dei quattro Evangelisti secondo un’iconografia che risponde ad un uso liturgico tipicamente bizantino.
L’abside del fonte è posta ad Occidente, anziché ad Oriente come nella maggior parte delle costruzioni bizantine, per adattarsi alla sorgente che alimentava la vasca.
Questa parte più antica è realizzata in laterizi alternati ad un sottile strato di malta e rivela una avanzata tecnologia costruttiva e ricchezza di materiali. Nelle strutture si notano, riutilizzate, alcune lastre lapidee di epoca romana.
La vasca del fonte, “per immersione”, è oggi obliterata da uno strato di cemento che permette l’accesso al battistero.
Le fabbriche che inglobano la parte più antica sono posteriori ad esso e risalgono al VI-VII sec.
L’ampliamento dell’originaria struttura di S. Giovanni in Fonte coincide con la trasformazione del battistero in chiesa plebana del piccolo villaggio rurale che sorgeva in quella zona.
Sulla parte absidata della chiesa resistono le immagini affrescate di una Teoria di Apostoli raffigurati con l’esasperata frontalità e l’accentuazione dei tratti del viso tipici della pittura bizantina dell’Italia Meridionale. Gli affreschi si datano all’ XI - XII sec.
S. Giovanni in Fonte cessò di essere utilizzato quando iniziò a costituirsi un cospicuo gruppo abitativo sull’altura dove oggi sorge Padula, radunatosi intorno alla chiesa di S. Nicola De Donnis.

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