Calabria archeologica: Capo Colonna

Calabria archeologica: Capo Colonna

con il santuario e la famosa colonna dorica

La storia di Capo Colonna è legata alla storia di Crotone fin dalla sua fondazione avvenuta, ad opera degli Achei, attratti dal sito incantevole tra il 740 a.C e il 718 a.C.
Sul promontorio Lacinio, luogo sacro, fu eretto il celeberrimo tempio di Hera Lacinia-dea greca protettrice delle donne, dei pascoli e della fertilità databile intorno al VI secolo a.C. che, oltre ad essere santuario, viene ricordato nelle fonti anche come centro di ristoro e riposo per i naviganti, nonché come banca. La notorietà e la ricchezza del santuario sono raccontate nelle antiche letterature che descrivono un rigoglioso bosco, un lussureggiante giardino nel quale pascolavano tranquilli i buoi sacri alla dea. Sono molte le tracce nel tempio di personaggi del mito e della storia: Annibale che prima di far ritorno in Africa per fronteggiare Scipione tentò invano di impossessarsi della colonna d’oro, ma fu dissuaso dalla dea Hera che, in sogno, lo minacciò di fargli perdere l’unico occhio rimastogli. Sul sacro promontorio approdò anche Ulisse, infatti, le attuali carte nautiche confrontate con le antiche, riportano nel mare crotonese l’isola di Ogigia abitata secondo quanto narra Omero nella sua famosa Odissea, da Calypso, la ninfa dal “Crin Ricciuto” da cui forse deriva “Capo Rizzuto”. Da alcuni importanti reperti rinvenuti nella zona, l’area sacra di Capo Colonna conferma il suo grande valore e la sua larga gloria anche in epoca romana. Oggi dei fasti del passato rimane, solitaria e maestosa, un’unica colonna dorica, che, dall’alto dei suoi 8.30 mt, sovrasta, indisturbata i paesaggi mozzafiato, dei quali è padrona indiscussa, allungando il suo sguardo sulle placide ed azzurre onde del mare.

Santuario
Sul promontorio lacinio sorge il santuario dedicato alla Madonna di Capo Colonna. Le prime notizie sul santuario risalgono ai primi del 500. In un manoscritto dell’epoca, “Il Libro dei Miracoli”, si racconta infatti che sul luogo esistesse una piccola chiesa dove si venerava la Sacra immagine della Madonna caduta nelle mani dei turchi durante un’incursione. Questi la incendiarono ma, miracolosamente, non prese fuoco. I turchi decisero di portare via il quadro ma la galea rimase ferma nonostante lo sforzo dei rematori; intimoriti i musulmani buttarono il quadro nelle acque del mare. La tela arrivò dolcemente a riva dove fu trovata da un pescatore, un certo Agazio Lo Morello, che la nascose in una cassapanca e solo in punto di morte rivelò il suo segreto. Il quadro, risalente al secolo X- XI di stile siriano-bizantino, forse dipinto dal Beato Luca Evangelista, è custodito all’interno della cattedrale di Crotone. Ogni anno, nel mese di maggio, si celebra la festa della Beata Vergine e il dipinto della Madonna viene accompagnato in processione da numerosissimi fedeli con un pellegrinaggio notturno che si snoda per le vie cittadine fino al santuario di Capo Colonna.

Colonna
La colonna dorica, unica superstite del maestoso tempio di 48 colonne, di cui una si narra fosse in oro, è alta m 8,30 circa, composta di 8 rocchi a venti scanalature piatte; era nella ricostruzione la penultima verso Nord; rimane anche parte del grande basamento (stilobate). Fino al terremoto del 1638 le colonne erano due; buona parte del basamento venne adoperato nel corso del XVIII secolo per la costruzione del porto di Crotone. Alcuni accorgimenti tecnici confermano la raffinatezza costruttiva del tempio quali ad esempio l’inclinazione verso Est della colonna superstite, la fattura della copertura in marmo del tetto fatta con tegole piane e coppi a sezione triangolare. Da rilevare la presenza di una testa femminile in marmo greco il cui ritrovamento fa dedurre che, insieme ad altri frammenti ritrovati, facesse parte della decorazione scultorea dei frontoni del tempio.

Edificio B
A nord del tempio è stato rinvenuto un grosso edificio a pianta rettangolare denominato “Edificio B”, ritenuto l’edificio di culto più antico in quanto alcuni reperti,qui ritrovati, tra cui una navicella di bronzo, sembrerebbero risalire alla prima metà del VIII sec. a.C.
In prossimità dell’Edificio B, è stata scoperta la via sacra, larga m 8,50 e lunga circa m 58, sempre databile allo stesso periodo.

Edificio H
“L’Edificio H”, chiamato Hestiatorion, è conservato solo nei blocchi di calcarenite alla base dei muri ed ha base quadrata; all’interno dispone di 14 ambienti di forma quadrata. Dal ritrovamento di ceramiche da mensa e ossa di animali, si deduce che si trattasse di un complesso di sale da banchetto. L’ edificio è databile intorno al IV sec a.C.

Edificio K
“L’Edificio K”, chiamato Katagogion, è posto a Nord della Strada Sacra ed anche in questo caso è possibile vedere solo la base delle mura. Si presenta con un portico di ordine dorico che si sviluppa ad “ELLE” sul lato Sud verso la Strada Sacra ed a Est verso il tempio. All’interno è possibile ammirare un raffinato alternarsi di ambienti quadrati e rettangolari ed il cortile al quale si poteva accedere tramite un portico. L’edificio era destinato all’accoglienza di ospiti di riguardo.
L’ edificio è databile intorno al IV sec a.C.

Balneum Termale
Ad Est del Katagogion emergono i resti di un ambiente dalla forma rettangolare, molto probabilmente una cisterna di età romana. Ciò si deduce dal fatto che l’interno delle pareti è impermeabilizzato con malta idraulica.

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