Bolzano: la storia

Bolzano: la storia

dalla preistoria ad oggi

Preistoria
In questo periodo la conca bolzanina era una piana malsana e paludosa, ma si ritiene che le pendici dei monti attorno ad essa fossero già abitate.

Periodo Romano
Nel 15 a.C. il generale Druso nel conquistare le Alpi fondò un accampamento noto col nome di "Pons Drusi" (Ponte di Druso), documentato sulla Tabula Peutingeriana del IV secolo d.C. e si ritiene che questo potesse collocarsi nell'attuale area bolzanina. Alcuni ritengono si trovasse sotto l'attuale Castel Firmiano, altri storici collocano questo accampamento invece nella zona dell'attuale Centro Storico, ma l'ipotesi più probabile è che fosse situato dove adesso si trova il quartiere di Rencio.

Dal Medioevo al 1800
Bolzano nacque e crebbe nel Medioevo. La prima fonte che utilizza il toponimo da cui la forma attuale cita "Bauzanum", nel VII secolo, modificato più volte nel corso degli anni. L'area bolzanina venne invasa e abitata dai Baiuvari attorno al VII secolo e il territorio divenne parte del Sacro Romano Impero. Il primo nucleo venne fatto erigere agli inizi del XI secolo per volontà del vescovo di Trento Ulrico II e si sviluppò subito diventando un importante centro mercantile, dove si svolgevano numerose fiere annuali. Nel 1268 Bolzano divenne una città (Stadt) dedita al commercio e ai contatti fra nord e sud dell'Europa. La città si sviluppò velocemente, espandendosi oltre al nucleo originario, quello dei Portici e nel 1300 contava già 3.000 abitanti. Dall'anno 1000 al XIII secolo Bolzano era il capoluogo dell'omonima contea sotto il controllo dei vescovi principi di Trento, dopodiché la zona cadde sotto il controllo dei conti di Tirolo, nei pressi di Merano, che diedero poi il nome all'intera regione. Quindi passò agli Asburgo, alla quale rimase quasi ininterrottamente fino al 1918. Nel 1437 la città si dotò del primo statuto. Nel XVII secolo Bolzano conobbe il periodo di massimo splendore, quando Claudia de' Medici, contessa del Tirolo, concesse alla città i privilegi mercantili e fece erigere il Magistrato Mercantile, il precursore delle camere di commercio. La città era già da sette secoli luogo di scambi commerciali, nonché abitata da banchieri fiorentini come i Bocci, che tedeschizzarono il loro cognome in Pötsch. In questo periodo Bolzano divenne anche un importante centro artistico e culturale, dove gotico e romanico convivono armoniosamente, con il barocco e lo jugendstil che si aggiungeranno più tardi, dando un aspetto più moderno al centro storico.

Dalla rivoluzione francese al 1918
Dopo la rivoluzione francese la città venne annessa per un breve periodo al Regno d'Italia, ma dopo pochi anni tornò all'Impero Austro-Ungarico, alla quale rimase ininterrottamente fino al 1918. Durante l'occupazione napoleonica Bolzano divenne un centro del dipartimento dell'Haut-Adige (Alto Adige), nel quale faceva però parte anche Trento. In questo periodo Bolzano venne privata dei suoi privilegi mercantili e, pur rimanendo un centro economico e commerciale, non ebbe più fiere fino al 1948, quando venne costituito l'Ente Fiera. Dopo il ritorno all'Austria la città ritorno a crescere dal punto di vista edilizio, ma anche economico. Nel 1910 il territorio cittadino si espanse costituendo la cosiddetta "Groß-Bozen", dato che il comune di Dodiciville (Zwölfmalgreien) decise di costituire un unico comune con Bolzano.

Dal 1918 al 1945
Dopo la guerra del 1914-1918 Bolzano venne annessa, insiema al resto dell'attuale Alto Adige, all'Italia, sottraendo la popolazione locale dalla propria madrepatria. Con l'avvento del fascismo il territorio di Bolzano venne massicciamente italianizzato, tanto che oggi è uno dei cinque comuni a maggioranza italofona. Il comune di Gries, fino al 1925 autonomo, venne annesso forzatamente a Bolzano. Nel 1928 venne costituita la "Provincia di Bolzano".

Dal 1945 ad oggi
Dopo il fascismo Bolzano rimase all'Italia, ma a partire dal 1949 iniziò il lungo processo per l'autonomia, i cui anni salienti sono il 1972, anno dell'autonomia provinciale e il 1992, con la completa attuazione del "Pacchetto" da parte dell'Italia. La convivenza pacifica è stata messa a dura prova negli anni successivi, quando sia italiani sia tedeschi non riuscivano a trovare nessuna soluzione. La città subì numerosi attentati da parte dei cosiddetti "terroristi sudtirolesi". Dalla fine degli anni '80 la situazione si calmò e da allora non si hanno più conflitti etnici. Dalle prime elezioni democratiche Bolzano venne retta da governi DC-SVP e dalla seconda repubblica da una coalizione di centrosinistra-SVP e dal 1995 al 2005 il sindaco della città fu Giovanni Salghetti Drioli, che ha portato un periodo di stabilità etnica. Dopo il referendum comunale del 2003 per il ripristino del nome di "Piazza della Vittoria", sostituito precedentemente in "Piazza della Pace" dalla giunta uscente tentando di poter così dare un maggiore segno di unione tra i gruppi etnici, la situazione è tornata più tesa, almeno dal punto di vista politico. Gli italiani, percependo il gesto come un tentativo da parte della componente tedesca governante la città di cancellare l'"identità italiana", hanno voluto il ripristino del nome assunto durante il periodo fascista, spaccando la città. La situazione politica cittadina è ancora più incerta dopo le ultime elezioni comunali del maggio 2005, con la vittoria considerata storica del sindaco esponente del centrodestra, l'architetto Giovanni Ivan Benussi, ma con il consiglio comunale in maggioranza di centrosinistra-SVP (che ha 27 seggi su 50 contro i 21 del centrodestra). Si presentava così una situazione di sostanziale ingovernabilità. Le soluzioni erano due: una coalizione allargata ai partiti moderati del centro sinistra o elezioni anticipate. Il candidato di centrosinistra, il sindaco uscente l'avvocato Giovanni Salghetti Drioli, è stato sconfitto al ballottaggio per sette voti. Al primo turno Benussi era uscito col 42,22% dei consensi contro il 34,83% di Salghetti. L'SVP, che ha concorso con un proprio candidato al primo turno, il vicesindaco uscente ed Obmann del partito ha avuto il 16,74% e di fatto, se si fosse alleata al primo turno col centrosinistra avrebbe consentito la terza vittoria di Salghetti con il 51,57%, con tuttavia un forte calo di consensi, soprattutto nei quartieri popolari (se dal punto di vista delle circoscrizione il centrosinistra può contarne 4 su 5, da quello dell'elezione del sindaco ne ha solo 2). Ne Salghetti ne Benussi erano iscritti in partiti ma tutti i due provengono da un ambiente cattolico (salghetti dall'azione cattolica e Benussi da comunione e liberazione. La situazione verificatasi ha fatto sì che se il sindaco eletto è di centrodestra, i presidente e vicepresidente del consiglio comunale eletti siano di centrosinistra-SVP: Patrizia Trincanato dei Verdi e Norbert Clementi della SVP. Dopo i no ribaditi da SVP e Margherita, il sindaco ha presentato una giunta tutta di destra.

da wikipedia.org

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